Ero bambino e senza amici .
Vivevo con i nonni,cari compagni della mia infanzia.
Ricordo le gomme americane comprate dal nonno prima di entrare al cinema,
il Filodrammatico : una gomma sola ,che doveva durare,ed era tanto buona,gustosa.
Mi sembra ancora di sentirne il profumo .
Ricordo i giri con la bicicletta a noleggio nei Giardini Pubblici, ne porto ancora il segno sul mento,
e della maschere comprate a Carnevale: giovane spensieratezza.......
Giocare con i soldatini in mezzo a fantastiche montagne fatti di stracci.
Lunghe ore passate a giocare a"non t'arrabbiare",e la nonna che fingeva di perdere
per lasciarmi vincere ; lunghi racconti di storie strane,accadute mille anni fa,prima di
addormentarmi accanto al nonno nella mia camera con il soffitto alto.
Ricordo che l'hanno portato via un giorno,all'ospedale,colpito da un grave male.
Io non capivo il significato di quel"ciao"che mi disse piangendo.
Erano sempre una festa le gite alla casa in Via delle Campanelle,mi e' sempre piaciuto quel nome,
casa in campagna ,ora sommersa dal cemento; tornare poi con papa'in Lambretta dai nonni la domenica sera.
Fuori faceva freddo e la neve si accumulava davanti alla porta;
mio padre usciva in fretta a prendere la legna,mentre io piangevo, per paura di restare solo.
La sorpresa di trovare una tartaruga o un porcospino sotto la cesta di vimini.
L'estate calda,piena di odori, le rane che cantavano serenate alla luna e noi due,padre e figlio,"infagottati"nei plaid a guardare il cielo d' agosto pieno di stelle e parlare di esseri strani,
viventi su altri mondi.
In lontananza le voci del cinema all'aperto,le sparatorie dei cowboy,le parole d'amore dette da due persone sconosciute.
Ricordi dell' infanzia, un po' allegra,un po' triste ,un po' ..strana..come quando quel giorno in chiesa.Era domenica ,e mentre tutti avevano finito di dire le preghiere e stavano in silenzio,io continuai a parlare ad alta voce e,in quella casa di Dio,si levarono le risa allegre di tanti bambini che ora sono padri.
Incontrai l'amore un giorno ,senza saperlo. Lo coltivai pensando che doveva per forza crescere,come una pianta,che prima o poi da' il fiore, ma non ricordavo che i fiori appassiscono ..
e cosi' fu ' !
Mi ritrovai con una pianta senza piu' fiori .
Ritornai per un attimo ad essere quel bambino smarrito che era scappato dall'aula nel suo primo giorno di scuola perche' non aveva fiducia nella maestra.
Paura.
Paura di un mondo di cui dovresti essere parte, ma in cui ti senti estraneo !
Vivevo con i nonni,cari compagni della mia infanzia.
Ricordo le gomme americane comprate dal nonno prima di entrare al cinema,
il Filodrammatico : una gomma sola ,che doveva durare,ed era tanto buona,gustosa.
Mi sembra ancora di sentirne il profumo .
Ricordo i giri con la bicicletta a noleggio nei Giardini Pubblici, ne porto ancora il segno sul mento,
e della maschere comprate a Carnevale: giovane spensieratezza.......
Giocare con i soldatini in mezzo a fantastiche montagne fatti di stracci.
Lunghe ore passate a giocare a"non t'arrabbiare",e la nonna che fingeva di perdere
per lasciarmi vincere ; lunghi racconti di storie strane,accadute mille anni fa,prima di
addormentarmi accanto al nonno nella mia camera con il soffitto alto.
Ricordo che l'hanno portato via un giorno,all'ospedale,colpito da un grave male.
Io non capivo il significato di quel"ciao"che mi disse piangendo.
Erano sempre una festa le gite alla casa in Via delle Campanelle,mi e' sempre piaciuto quel nome,
casa in campagna ,ora sommersa dal cemento; tornare poi con papa'in Lambretta dai nonni la domenica sera.
Fuori faceva freddo e la neve si accumulava davanti alla porta;
mio padre usciva in fretta a prendere la legna,mentre io piangevo, per paura di restare solo.
La sorpresa di trovare una tartaruga o un porcospino sotto la cesta di vimini.
L'estate calda,piena di odori, le rane che cantavano serenate alla luna e noi due,padre e figlio,"infagottati"nei plaid a guardare il cielo d' agosto pieno di stelle e parlare di esseri strani,
viventi su altri mondi.
In lontananza le voci del cinema all'aperto,le sparatorie dei cowboy,le parole d'amore dette da due persone sconosciute.
Ricordi dell' infanzia, un po' allegra,un po' triste ,un po' ..strana..come quando quel giorno in chiesa.Era domenica ,e mentre tutti avevano finito di dire le preghiere e stavano in silenzio,io continuai a parlare ad alta voce e,in quella casa di Dio,si levarono le risa allegre di tanti bambini che ora sono padri.
Incontrai l'amore un giorno ,senza saperlo. Lo coltivai pensando che doveva per forza crescere,come una pianta,che prima o poi da' il fiore, ma non ricordavo che i fiori appassiscono ..
e cosi' fu ' !
Mi ritrovai con una pianta senza piu' fiori .
Ritornai per un attimo ad essere quel bambino smarrito che era scappato dall'aula nel suo primo giorno di scuola perche' non aveva fiducia nella maestra.
Paura.
Paura di un mondo di cui dovresti essere parte, ma in cui ti senti estraneo !
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